“Ritratto della giovane in fiamme”: un film che sfida le convenzioni sociali, nella Francia del Settecento e non solo

Nell’immagine: una scena del film Ritratto della giovane in fiamme, regia di Céline Sciamma, Francia 2019.

Nei film di oggi, è abbastanza raro trovare l’intenzione di approfondire l’indagine sulla psiche femminile.

Ma nel caso del film Ritratto della giovane in fiamme non soltanto c’è l’intenzione ma anche un sostanziale riscontro sulle molteplici e raffinate sfumature dell’immaginario erotico femminile.

Questo film, d’altra parte, ha già riscosso interesse, con il premio per la migliore sceneggiatura (firmata dalla regista Céline Sciamma, classe 1978) al Festival di Cannes di quest’anno e la candidatura come migliore film straniero ai Golden Globe 2020.

Il film è una co-produzione Arte France Cinéma, Hold Up Film e Lilies Films, è stato co-finanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea, ed è stato girato in Francia (nei dintorni di Parigi e in Bretagna). Recitato in lingua francese e con sottotitoli in italiano, il film arriverà nei cinema italiani dal 19 dicembre 2019.

Ambientato nella Francia del 1770, il film (della durata di due ore) narra il rapporto tra la pittrice Marianne (interpretata da Noémie Merlant) e la figlia di una contessa francese, Héloïse (interpretata da Adèle Haenel). La madre della nobildonna francese (interpretata da Valeria Golino) affida a Marianne l’incarico di eseguire un ritratto della figlia, ma Héloïse si oppone, rifiutando di sottostare alle molte regole imposte da sua madre. Marianne si trova dunque costretta ad eseguire il dipinto vivendo con la giovane nobildonna, ma senza farle capire che di nascosto sta “rubando” sguardi e “inquadrature” necessarie per il ritratto. Dopo un inizio difficile, Héloïse accetta di farsi ritrarre, e pian piano nasce una intesa crescente con Marianne. Le due donne cominciano ad entrare l’una nella psicologia dell’altra, fino ad arrivare ad un vero e proprio amore saffico. Amore che però non sarà destinato a durare per sempre.

Questa mattina a Roma, al Cinema Quattro Fontane, il film è stato presentato alla presenza della regista e sceneggiatrice Céline Sciamma e dell’attrice Valeria Golino.

«Penso che questo film riempia un vuoto e sia stato atteso da molte persone – ha dichiarato Céline Sciamma –. Per i giovani, questo film può aprire prospettive nuove, con un immaginario femminile e femminista riproposto sul grande schermo. Questo film cerca di creare un nuovo racconto tramite il gioco di alternanza tra i due personaggi. La sceneggiatura è stata scritta per uscire dalle convenzioni sociali e per raccontare un rapporto d’amore paritario. Questo film è un’osservazione su come due donne si amano, e crea un immaginario amoroso ed erotico in cui credo che tutti possano riconoscersi. Non è detto che qualcosa che risale a tanto tempo fa sia per questo meno rilevante oggi. Volevo mostrare passo dopo passo come sia innamorarsi, il puro piacere di innamorarsi e di vivere il presente. Nel film, la musica è quasi del tutto assente: realizzare un film senza musica significa avere l’ossessione del ritmo, dovendolo far emergere in un altro modo, nel movimento dei corpi e della macchina da presa».

«Quando ho letto la sceneggiatura, l’ho trovata bellissima – ha affermato Valeria Golino. In questo film, il ruolo della madre doveva portare un po’ di tensione. È difficile raccontare la felicità, se non a piccoli tratti. Sul set, ho capito la traiettoria impressa da Céline Sciamma. Mi sono emozionata quando ho visto il film: è libero e rigoroso allo stesso tempo».