Caterina Riva: esperienze lavorative a Londra, Auckland, Singapore, ed ora nuova direttrice del Museo di Arte Contemporanea di Termoli, in Molise

Nell’immagine: Caterina Riva, neo direttrice del Museo di Arte Contemporanea di Termoli.

Una Italo Globale che lavorerà a Termoli (Campobasso), in via Giappone, nella sede del MACTE.

Si tratta di Caterina Riva, appena nominata Direttrice Artistica del MACTE – Museo di Arte Contemporanea di Termoli, selezionata da una commissione esaminatrice di cui hanno fatte parte Paolo De Matteis Larivera (Presidente del MACTE e presidente di commissione), Laura Cherubini (Direttrice ad interim del MACTE e Docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera, Milano), Vincenzo de Bellis (Curatore e Direttore Associato, Arti Visive, Walker Art Center, Minneapolis, USA), e Andrea Viliani (Responsabile e Curatore del Centro di Ricerca Castello di Rivoli, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli, Torino).

Il suo profilo è emerso tra sessanta candidature di alto profilo provenienti da tutta Italia.

Riva prenderà incarico da martedì 1 settembre 2020 e guiderà fino al 2023 il MACTE, inaugurato nell’aprile 2019 con l’obiettivo di essere centro culturale e di arte contemporanea di Termoli e della regione Molise.

Nel suo curriculum, spiccano diverse esperienze all’estero: dal 2007 al 2011 è stata Direttrice e co-curatrice di FormContent, uno spazio di progetto che ha fondato a Londra con Francesco Pedraglio e Pieternel Vermoortel. Con FormContent ha curato mostre, pubblicazioni e programmi pubblici sia a Londra che su invito di centri d’arte europei. Dal 2011 al 2014 è stata Direttrice e Curatrice di Artspace, ad Auckland (Nuova Zelanda), dove ha lavorato con vari artisti, tra i quali James Beckett, Peter Friedl, Maria Taniguchi e Goldin+Senneby. Tra il 2015 e il 2016 è stata Curatore Associato all’Istituto Svizzero di Roma. Dal 2017 al 2019 è stata Curatrice all’Institute of Contemporary Arts Singapore, LASALLE College of the Arts, dove si è occupata delle opere di Sim Chi Yin, Diego Marcon, Lawrence Lek, Joanna Piotrowska.

È stata invitata a partecipare a seminari, residenze per curatori e conferenze internazionali in Europa, Australia, Cina, Stati Uniti, Russia e Libano, ed è stata membro di commissioni di selezione e giurie di premi internazionali.

Ha ottenuto un Master in curatela dall’Accademia di Brera di Milano e uno dal Goldsmiths College di Londra, e scrive per riviste d’arte e di cultura come so-far (Singapore).

«Sono felicissima di cominciare questa avventura a Termoli – dichiara Caterina Riva e ringrazio il Presidente e la commissione per avermi dato fiducia e aver creduto nella mia visione per la direzione artistica del MACTE. In seguito a un percorso professionale che mi ha portata da Londra alla Nuova Zelanda fino a Singapore, mi rallegro di poter tornare a lavorare nel mio Paese. In Molise porterò con me quello che ho imparato a diverse latitudini, riscoprendo orizzonti e ricercando nuove consapevolezze. La programmazione del mio triennio al MACTE si confronterà con la collezione del Museo, ponendola in dialogo con la produzione di mostre d’arte contemporanea ed eventi in un’ecosistema tra storia dell’arte, presente sociale e le esplorazioni di artisti, curatori, complici. Il MACTE che immagino sarà inclusivo, migrante, collegato, radicato, riflessivo».

«Esperienze di sradicamento hanno caratterizzato la storia delle comunità italiane – commenta il Presidente del MACTE, Paolo De Matteis Larivera. Gli abitanti del Molise sono oggi circa 300 mila, ma nel mondo ci sono più di un milione di molisani: questi fenomeni di emigrazione, soprattutto giovanile e intellettuale, che interessano il nostro territorio continuano a persistere. Nel 2019, il New York Times ha citato il Molise come un territorio da riscoprire: nel frattempo ha preso avvio l’attività del MACTE, che non ha mai nascosto la propria ambizione di diventare simbolo di un decentramento culturale sostenibile. Oggi il nostro museo è orgoglioso testimone del ritorno nel nostro Paese di una professionista dell’arte che, dopo importanti esperienze maturate a Londra, a Singapore e in Nuova Zelanda, ha scelto di proseguire il proprio percorso in Italia partendo da uno dei territori simbolo dell’emigrazione. La nomina di Caterina Riva incarna l’indizio di un auspicabile cambio di prospettiva, che sta alle nuove generazioni coltivare».

«In una società digitalizzata e globalizzata ma che, al contempo, si scopre ecologicamente fragile e attraversata da strutturali ineguaglianze, il MACTE di Termoli non rappresenta soltanto un “altro” museo d’arte contemporanea – sottolineano i membri della commissione esaminatrice, Laura Cherubini, Vincenzo de Bellis e Andrea Viliani. Un territorio che si configura come un ecosistema della mente e del corpo, invitando a un tempo rallentato, può rivelarsi particolarmente adatto a ospitare un museo che è anche uno spazio-tempo per la riflessione. Esso incarna infatti la possibilità di dedicarsi all’esercizio critico, di ascoltare e provare a comprendere prima di agire, in cui ripensare il rapporto di reciproca implicazione fra natura e cultura, centralità e decentramento, abitudine e innovazione, e in cui sperimentare nuove forme di condivisione riattivando e re-immaginando le molteplici relazioni fra gli artisti e le comunità».