Il 2020: anno di problemi e fatti imprevisti. Nel 2021: speranza e riflessi pronti

All’inizio di quest’anno, era difficile prevedere che le parole del 2020 sarebbero state: coronavirus, pandemia, Covid-19, mascherina protettiva, vaccino, virologi, tampone, terapia intensiva, distanziamento, isolamento, smart working, recessione, recovery fund, DPCM, coprifuoco, zone gialle, zone arancioni, zone rosse, assembramento.

Eppure si tratta di ciò che quest’anno ha portato in Italia e nel mondo, rivelando la grandissima difficoltà di gestione di una pandemia, con una prima ondata tra febbraio e aprile e una seconda ondata iniziata a ottobre e ancora in corso, con una terza ondata altamente probabile nei prossimi mesi.

Durante il 2020 abbiamo visto fatti derivanti dalla pandemia e altri indipendenti da essa. C’è stata alta volatilità nelle Borse, a marzo il prezzo del petrolio è andato sotto zero, a novembre il candidato democratico Joe Biden ha superato il presidente in carica, il repubblicano Donald Trump, alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America (era dal 1992 che un presidente USA già eletto quattro anni prima non veniva riconfermato).

Il 2020 è stato un anno problematico che chiude un decennio traumatico. Negli anni Dieci abbiamo assistito, infatti, all’intensificazione di questioni globali, come immigrazione, terrorismo, sicurezza, contese commerciali, tensioni geopolitiche, crisi economiche, crisi culturali. “Siamo all’inizio di un gran teatro”, per dirla con il commissario Montalbano.

Una delle questioni più importanti del futuro è il rapporto tra l’efficienza della tecnologia e l’emotività degli esseri umani.

L’Italia continua a vivere il suo lungo travaglio istituzionale, sociale ed economico.

Quest’anno si è votato in nove regioni italiane (a gennaio in Calabria e in Emilia-Romagna, a settembre in Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Marche, Toscana, Campania, Puglia), a settembre c’è stata la netta affermazione del sì al referendum sul taglio dei parlamentari italiani.

Nel mondo, i grandi professionisti Italo Globali continuano ad essere grandi professionisti, e continuano ad osservare l’Italia. È sempre importante ascoltare gli Italo Globali in sede parlamentare, come è già avvenuto nel 2016 e nel 2017 in occasione dei due convegni alla Camera dei deputati che ho ideato, organizzato e condotto, in accordo con il deputato Antonio Palmieri. Mai come in questo momento, c’è necessità degli Italo Globali: le loro competenze tecniche, economiche, culturali sono un patrimonio vasto e prezioso per il Paese. Riusciranno a diventare la classe dirigente dell’Italia?

Nel frattempo, anche il mio 2020 sta andando in archivio. Di seguito, alcune delle mie attività di quest’anno.

Nel corso di quest’anno, anche io ho dovuto affrontare situazioni impegnative. Ma ora è il momento di augurarci qualche miglioramento generale per il 2021.