Oggi è venuto a mancare Maurizio Costanzo.
Romano, giornalista di carta stampata, autore radiofonico, teatrale, cinematografico, musicale, televisivo, testimonial pubblicitario, Costanzo ha incarnato lo splendore dei media della seconda metà del Novecento.
La grande popolarità televisiva arrivò per lui nei primi anni Ottanta: il Maurizio Costanzo Show è stato uno dei programmi più longevi della televisione italiana e ha narrato un’epoca della società italiana.
Una vita ricchissima di incontri, quella di Costanzo; in una epoca in cui i rapporti interpersonali si costruivano dal vivo, con l’unica intermediazione tecnologica fornita dal telefono.
Oltre all’attività nel campo editoriale, Costanzo è stato anche docente universitario. Lunghissima la sua amicizia con Alberto Abruzzese: accademico che fin dagli anni Settanta capì l’importanza e l’evoluzione dei media.
Nel mondo accademico, l’Università IULM di Milano nel 2009 conferì a Costanzo la Laurea Honoris Causa in Giornalismo, Editoria e Multimedialità.
La memoria mi porta a ricordare Costanzo durante le sue lezioni all’Università La Sapienza di Roma e in alcuni momenti al Teatro Parioli di Roma, negli anni Zero.
Aveva una capacità profonda di intervistare le persone: era in grado di arrivare molto vicino all’anima dell’intervistato.
Per una serie di vicende e intrecci della vita, ho avuto occasione di conoscere dal vivo autori che lui ha ospitato al Teatro Parioli in puntate del suo show: oltre ad Abruzzese, Oliviero Toscani, Andrea Granelli, Francesco Carlà, Tiziana Nenezic.
Ed ora è arrivato il momento del ricordo anche per le oltre 55.000 persone da lui ospitate nel Maurizio Costanzo Show.