Anche quest’anno il Centro Studi sulla Cina Contemporanea – sedi a Reggio Emilia e a Suzhou – propone un approfondimento sulla realtà cinese.
Si tratta della summer school The Rise of China in a Turbulent World – Alternative Perspectives, in programma dal 24 luglio al 29 luglio 2023 a Reggio Emilia e fruibile anche online.
Organizzata in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia, questa iniziativa è rivolta soprattutto a studenti (dottorandi inclusi) e professionisti che abbiano necessità di approfondire la conoscenza della società, dell’economia e della politica cinesi.
Tra i temi che verranno trattati: la visione americana e quella cinese dell’ordine internazionale, le relazioni economiche tra Unione Europea e Cina, la supply chain dei semiconduttori, la partnership tra Russia e Cina, la questione di Taiwan, l’ascesa della Cina in Africa e nel mondo arabo.
I docenti saranno studiosi ed esperti di geopolitica provenienti da atenei e centri di ricerca italiani e internazionali.
Quota di partecipazione: tariffe variabili tra i 400 e i 1.000 euro, in base ai moduli che si sceglierà di frequentare e alla modalità di frequenza (a Reggio Emilia oppure online). Coloro che si iscriveranno entro il 30 aprile 2023 avranno uno sconto di 50 euro.
Scadenza per le iscrizioni: 31 maggio 2023.
Tutte le informazioni sulla procedura per iscriversi alla summer school sono qui.
Spiega Alberto Bradanini, presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea e già ambasciatore d’Italia in Cina dal 2013 al 2015: «La quinta edizione della nostra summer school è indirizzata a studenti universitari, studiosi e professionisti che vogliano approfondire le evoluzioni delle relazioni internazionali, dell’economia e della politica della Repubblica Popolare Cinese, nel contesto dei grandi cambiamenti che il mondo sta attraversando, in una fase caratterizzata da un’accentuata competizione tra Pechino e Washington. Insegnano nella summer school accademici, sinologi e ricercatori di prestigiosi atenei e think tank, italiani e stranieri, che abbiamo riunito per dare vita a un’esperienza unica di approfondimento e dibattito, improntata al rigore scientifico e, nello stesso tempo, aperta a una pluralità di vedute. Si tratta di una occasione importante per arricchire il bagaglio di conoscenze e di relazioni professionali, scandagliando con un approccio interdisciplinare uno dei temi più rilevanti per il nostro futuro».
Michelangelo Cocco, executive director del Centro Studi sulla Cina Contemporanea, sottolinea: «Li Qiang, nuovo premier cinese appena entrato in carica, dovrà muoversi nel perimetro tracciato dalla leadership del Partito comunista. La sua consuetudine con il grande capitale privato, la sua capacità di coordinare il lavoro dei funzionari, la fiducia di cui gode da parte di Xi Jinping, lo rendono autorevole. Per quanto riguarda l’attrazione di capitale straniero, Li Qiang ha sottolineato che nel 2022 la Cina ha ricevuto investimenti esteri per 189 miliardi di dollari, con un +30% rispetto al 2019 e cioè al livello pre-pandemia. La strategia della leadership cinese è di mantenere il paese ancorato alle catene globali di approvvigionamento, per due motivi: il primo è che l’economia cinese dipende ancora in parte dalle esportazioni di manufatti e dall’importazione di materie prime, il secondo è che tenere la Cina integrata nella produzione e nel commercio mondiale rende più difficile colpirla negli interessi fondamentali da parte dei suoi avversari, che restano anche suoi partners».