La risposta alla domanda di questo post è di interesse anche per l'industria manifatturiera tradizionale, colpita dal calo generale dei consumi e del potere d'acquisto.
Ad esempio, negli Stati Uniti, l'Amministrazione Obama ha di recente posto attenzione al mondo della manifattura 3D per stimolare la produzione industriale.
Il tema della fabbricazione in 3D inizia a trovare spazio anche su media generalisti, ad esempio il settimanale economico cartaceo Il Mondo ha dedicato la storia di copertina al mondo delle stampanti 3D, nel numero della scorsa settimana (n. 12/2013).
Qualche mese fa, avevo anche scritto un post, in inglese e con un video, sulle stampanti 3D: qui, su questo NòvaBlog.
Ultimamente, si parla spesso di questo settore, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di produrre oggetti da parte di persone ed aziende. In tal senso, vanno considerate anche questioni etiche – è lecito produrre in 3D anche oggetti pericolosi come le armi?
Le opportunità creative e di business aperte dalle stampanti 3D sono senza dubbio interessanti, ed anche le multinazionali iniziano a comprendere questo fenomeno: ad esempio, la Nike ha recentemente prodotto i suoi primi scarpini per atleti costruiti con tecnologia di stampa 3D.
Online, c'è anche una community dedicata alla modellazione e alla stampa tridimensionali: Prinding.com.
E dunque, in futuro, nell'uovo di Pasqua troveremo oggetti fabbricati in 3D al posto dei soliti portachiavi?
Nel frattempo, chiudiamo con una infografica sul 3D printing. [fonte: HighTable.com, 2012]