Dopo Perugia

Festival del Giornalismo Perugia 2009

Sono di ritorno dalla terza edizione del Festival Internazionale di Giornalismo a Perugia, di cui avevo scritto qui. Interessanti questi ultimi giorni nel capoluogo umbro.

Ho assistito ad eventi con sale gremite, segno che c'è ancora una Italia che vuole cercare di capire cosa succede nel mondo e nel proprio Paese, anche stando in piedi, di sera, sotto la pioggia, di fronte ad un maxischermo allestito all'esterno di un teatro pieno in ogni ordine di posti, come ho visto venerdì scorso.

Come l'anno scorso, si è tenuto l'incontro sui giornali universitari, coordinato da Cristina Sivieri Tagliabue (giornalista di Nòva – Il Sole 24 Ore) e da Luca De Biase (responsabile di Nòva – Il Sole 24 Ore), che ha visto emergere le aspettative, i problemi, le possibili vie da percorrere per chi realizza e intende realizzare un giornale universitario. C'è anche un NòvaLab dedicato a questo tema, qui.

Successivamente, sono andato all'incontro dal titolo "Crisi internazionale, nuovi scenari finanziari e ruolo dei media". I relatori hanno offerto spunti di riflessione, a partire da John Byrne, direttore di BusinessWeek Online: "Oggi, negli Stati Uniti, siamo nella più grande recessione dai tempi della Depressione. E la contrazione dei consumi è uno dei riflessi dell'attuale momento economico. Stiamo assistendo ad un massiccio intervento governativo e, con ogni probabilità, il peggio dovrà ancora arrivare. Non solo i media, ma anche una parte del sistema finanziario stesso aveva rinunciato a capire gli effetti di ciò che stava accadendo negli ultimi anni". Ha proseguito Loretta Napoleoni, economista italiana di livello internazionale: "L'analisi di Byrne mi trova sostanzialmente d'accordo. Molto recentemente, gli Stati occidentali si sono scagliati contro i paradisi fiscali offshore e il motivo va ricercato nel fatto che, nei periodi di recessione, le entrate derivanti dalle tasse diminuiscono". Antonio G. Calafati, docente di economia urbana e analisi delle politiche pubbliche all'Università Politecnica delle Marche (Ancona), si è chiesto: "Dove sono stati i giornalisti negli ultimi 10 anni? Gli anni del neoliberismo sono stati dominati da un ottimismo irrazionale. Il capitalismo americano ha sempre avuto difficoltà a regolamentare l'asimmetria informativa e i mercati azionari. E i centri finanziari offshore sono stati lo strumento per aumentare a dismisura le asimmetrie informative". Marcello Foa, giornalista de Il Giornale e docente all'Università di Lugano ha coordinato gli interventi e ha chiuso affermando:"E' giunto il momento di una severa autocritica per il giornalismo".

Il programma degli eventi prevedeva anche una tavola rotonda sul tema "Radio: la rivincita del buon giornalismo". Marcello Foa de Il Giornale ha introdotto la discussione:"La radio sta vivendo un rinascimento gradevole, e gradito dal pubblico radiofonico. Ma quello della radio è buon giornalismo o giornalismo mainstream fatto in maniera gradevole?" Vittorio Zucconi, direttore di Radio Capital e Repubblica.it, ha risposto: "Con la radio, si crea un rapporto personale, e questo è gradevole soprattutto in un  mondo disumanizzato come quello di oggi. In radio, si riconosce chi è sincero, anche quando sbaglia". E' intervenuto Giuseppe Cruciani, conduttore del programma La Zanzara su Radio24-Il Sole 24 Ore: "La radio italiana deve ancora fare il salto di qualità: la definitiva americanizzazione di una parte della radio. Oggi i conduttori fanno soprattutto da 'regolatori' del traffico radiofonico e credo che avranno successo i programmi in cui il conduttore prende posizioni". Ha preso la parola Giovanna Zucconi, giornalista de La Stampa e L'Espresso e conduttrice del programma Sumo su Rai-Radio2: "Bisogna porre attenzione anche alla distinzione tra reti e testate, come ad esempio avviene all'interno di Radio2, che si trova all'interno di una struttura più complessiva come la Rai. Creare un personaggio radiofonico da un conduttore, non è semplice". Jean-Jacques Bourdin, conduttore del programma Bourdin&Co su Radio Monte Carlo in Francia, ha sostenuto: "La radio è uno dei mezzi di comunicazione del futuro: il contatto che si crea tra radio ed ascoltatore è insostituibile. In Francia, la radio è considerato il mezzo più seguito e, in questo momento, le radio musicali hanno un po' meno appeal perché oggi la musica si ascolta anche in modo diverso".

Ho ascoltato, poi, l'incontro dal titolo "Piccolo è bello! Anche per i grandi. Come i siti specializzati hanno conquistato lettori, mercati e grandi media". Luca Conti, esperto di new media e collaboratore di Nòva-Il Sole 24 Ore, ha coordinato gli interventi, dando la parola a John Byrne, direttore di BusinessWeek Online, che sostenuto come "il lettore vada coinvolto, fino a farlo diventare un partner". Al tavolo dei relatori, era presente anche Julio Alonso, fondatore e amministratore delegato di WeblogsSL.com: "Siamo il più grande network di blog in Spagna e siamo a metà tra i blog personali e un'azienda di media online. Secondo noi, c'è ovunque uno spostamento di lettori e ricavi pubblicitari, seppur con tempi e modalità differenti". Luca De Biase, caporedattore di Nòva de Il Sole 24 Ore, ha portato il contributo della sua esperienza: "Nòva è il laboratorio di sperimentazione di un importante giornale in Italia. Siamo partiti, tre anni e e mezzo fa, sulla scorta del bisogno di dare voce agli innovatori italiani e Nòva è ciò che siamo riusciti a mettere insieme. Online siamo partiti con Nòva100: un insieme di autori indipendenti che contribuiscono sui temi della ricerca, dell'innovazione e della creatività. Nòva è un insieme di persone ed ambisce ad ispirare un movimento culturale". Luca Conti ha successivamente posto l'attenzione sugli strumenti emersi più recentemente: "Twitter può essere inteso anche come strumento per agevolare il rapporto tra giornalisti e lettori". Byrne ha dichiarato: "Ho scoperto Twitter l'anno scorso ed è uno strumento favoloso per entrare in relazione con la propria audience. Abbiamo feedback dai nostri lettori tramite Twitter, che è uno strumento molto sociale". Alonso ha aggiunto: "Usiamo Twitter e altre tecnologie per vari motivi. Quello che noi scriviamo non è il prodotto finito ma solamente l'inizio di una conversazione. Facciamo uno sforzo per trovare i blogger più appassionati e preparati, ma dopo troviamo sempre, in Rete, qualcuno che ne sa più di loro". Infine, Conti ha rivolto l'attenzione ai cambiamenti intervenuti nel pubblico, sollecitando i relatori su questo tema, a partire da John Byrne: "Bisogna essere incredibilmente aperti ad ogni nuova idea, soprattutto in questi anni, nei quali sta emergendo un pubblico attivo. Yahoo! Finance, MSN money ed altri creano aggregazioni di contenuti, ad esempio da BusinessWeek". Alonso ha puntualizzato: "Per noi, è importante dare ai lettori la possibilità di connettersi tra loro ma, comunque, non puntiamo a fare un Facebook". De Biase ha sintetizzato alcuni temi strategici: "E' cambiato molto: all'inizio era l'offerta che trainava la domanda, ora è la domanda che definisce l'offerta. Speriamo che gli autori diventino sempre più indipendenti dagli editori. Ci possiamo scordare che esista la soluzione unica intorno alla questione del modello di business degli editori".

Prossima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia: 14 – 18 aprile 2010.