In questi giorni di fine febbraio si svolge la settimana milanese della moda. Appuntamento di rilievo per un mondo che rappresenta una delle espressioni più visibili della creatività italiana. A partire dagli anni Sessanta/Settanta, notevoli generazioni di stilisti italiani e l'accentramento dell'industria di settore a Milano hanno creato le condizioni per una dimensione imprenditoriale che ha reso la moda italiana una voce rilevante nel bacino del Made in Italy.
Nel corso degli anni, inoltre, la contraffazione è divenuta una questione economica di peso. Ma non è l'unico cambiamento vissuto dal fashion system. La moda si è rapidamente globalizzata; e la diffusione di internet è stata globale fin dall'arrivo negli anni Novanta. Due fenomeni globali, dunque, che, in virtù della loro natura cosmopolita, possono trovare punti di contatto: in questi ultimi anni, i big brand hanno iniziato a proporre le loro sfilate anche online, trasmettendo in rete gli show. Da quest'anno, anche la Camera Nazionale della Moda Italiana propone online le sfilate.
Abitare il corpo, in realtà, è questione che investe molti aspetti. Dopo anni sfavillanti di showbiz, l'universo della moda, al giorno d'oggi, deve rapportarsi con la realtà della crisi. Dal mondo del web, e dai blog in particolare, giungono critiche alle proposte delle passerelle. La contrapposizione è tra i look in passerella, che devono attirare l'attenzione sulla griffe, e la cultura del remix che proviene dai segnali della strada e della quotidianità. Per conoscere aspetti di backstage di questa settimana milanese di moda, si può leggere questo articolo di Paola Bottelli sul Sole24Ore.com.
Per approfondire l'analisi dei trend reali nella moda, con una prospettiva meno legata alla contemporaneità e basata su ricerche sul campo, si può leggere il libro Real Fashion Trends. Il manuale del cool hunter, curato dal team del Future Concept Lab e pubblicato nel 2007 da Scheiwiller.