Non c'è che dire: il risultato delle elezioni politiche italiane del febbraio 2013 sembra un film (genere: thriller). Ma c'è una importante differenza: in questo caso, il pubblico (gli elettori) ha scelto il cast (gli eletti). E la sceneggiatura è ancora in alto mare.
Fuori di metafora, la delicatezza di questo momento storico è evidente e l'esito della consultazione elettorale mostra la presenza contemporanea di tre modi di essere.
Iniziamo dal linguaggio della tradizione e delle istituzioni, tipico del centro-sinistra. Un linguaggio che dovrebbe riuscire a parlare alla società nel suo insieme. E invece fatica sempre più a proporre un'idea di società futura.
C'è poi il linguaggio del consumo e del presente eterno. E questo è il terreno d'elezione del centro-destra, ancorato alle luci della modernità.
Inoltre, c'è un linguaggio in corso d'opera. Ed è quello del Movimento 5 Stelle. La vera novità di queste elezioni. Si tratta di un modo di essere in cui si sono mescolati i linguaggi digitali tipici della postmodernità e i linguaggi viscerali tipici dell'antropologia umana profonda.
Il rapporto fra questi tre modi di essere indicherà la strada per i prossimi tempi. L'Italia del 2013 è dunque sospesa in una "bolla" dove convivono sentimenti, aspirazioni, desideri diversi.
E' chiara, inoltre, la scelta degli italiani verso pochi grandi blocchi politici, con esclusione dei piccoli partiti dall'arco parlamentare (a meno che essi non confluiscano o non si alleino con formazioni politiche maggiori).
Così come è evidente il senso di incertezza e preoccupazione per il futuro.
Abbiamo chiesto un commento sullo spirito di queste elezioni ad Alberto Abruzzese, sociologo e docente all'Università IULM di Milano, da molti anni osservatore dei mutamenti della società italiana.
L'affermazione del Movimento 5 Stelle ha fatto emergere istinti a lungo sopiti? Il risultato generale di queste elezioni poteva essere previsto, ma non con una tale intensità sia per quanto riguarda il successo di Grillo sia per quanto riguarda il buon risultato ottenuto da Berlusconi. Ed ancora una volta, le vecchie culture politiche non riescono a comprendere i mutamenti sociali. Per le Leghe, è importante il territorio; con Berlusconi ciò che conta è la pancia. Invece, nel caso di Grillo assume rilevanza la difesa dei propri diritti quotidiani. Diritti intesi come un ritorno alla giustizia. Si può affermare anche che ci sia un sentimento di sofferenza per le ingiustizie che percorrono la società e l'aspirazione ad una democrazia dal basso che si serve della rete. Ma c'è di più: si tratta della società inibita che si rivolta sotto la società esistente. In questo senso, il Movimento 5 Stelle rappresenta qualcosa di diverso rispetto alle formazioni politiche che ci sono state fino ad oggi. Mentre nei casi della Lega Nord e del berlusconismo c'è un aspetto pseudo-comunitario – legato alla terra nel primo caso e alla pancia nel secondo – con Grillo c'è un senso di riscatto sociale dal basso. E la rete vuole questi strumenti.