Una introduzione ironica per parlare di un tema strategico del futuro, ovvero fare formazione usando gli strumenti e la mentalità del mondo contemporaneo.
La persona nell’immagine qui sopra è l’autore e showman italiano Daniele Luttazzi, mentre interpretava il personaggio comico del prof. Fontecedro: siamo alla fine degli anni Novanta, e Luttazzi interpretava questo personaggio nel programma televisivo Mai dire gol, che in quegli anni era un programma cult della televisione italiana. Chi ha vissuto quella epoca televisiva, sa che Mai dire gol era un gioiello di comicità e ha lanciato diversi comici italiani.
Il prof. Fontecedro è stato poi “trasportato” da Luttazzi in alcuni suoi libri di quegli anni. E sulla carta si trovano alcune delle teorie più innovative del prof. Fontecedro, con spiegazioni di questo tipo: «Venite a Palo Alto. Lezioni dalle 8 alle 8 e un quarto. Di sera. Quando ormai si è troppo stanchi per continuare a fare surf o giocare a beach-volley. Pochi concetti rapidi del mio corso di Socio-economia non lineare ed è già ora della grigliata di pesce sulla spiaggia. C’è una tradizione di Palo Alto che mi entusiasma in modo particolare, e non mi riferisco alle gare di bacio subacqueo. Intendo quella per cui i docenti vanno in pensione non appena hanno esaurito tutto quello che avevano da dire sull’argomento di loro competenza. Sempre che sappiano qual è. Dopo di che sono liberi di dedicarsi per il resto della vita ai propri piaceri monacali (meglio non indagare)».
Queste riflessioni di Fontecedro, contenute nel libro Cosmico! Una valida alternativa all’intrattenimento intelligente di Daniele Luttazzi (Mondadori editore, 1998), sono una sorta di “profezia” – espressa in termini comici – sulla necessità di innovare le modalità di insegnamento.
Vent’anni dopo, questa necessità si è trasformata in una vera e propria urgenza: senza una formazione adeguata al mondo contemporaneo, i giovani italiani hanno poche (o nessuna) possibilità di affrontare il mondo del lavoro che si sta delineando per il futuro.
Anche in Italia, sono in corso alcune attività che possono essere utili sia a chi studia sia a chi lavora e ha necessità di aggiornare le proprie competenze in senso digitale.
Ad esempio, Digital Skills è il progetto multimediale (libro ed eventi di formazione dal vivo) di Giulio Xhaët e Francesco Derchi, che affronta la complessità del digitale sotto diverse prospettive: professionali, manageriali, culturali, sociali, tecnologiche, psicologiche. I due autori hanno elaborato un quadro di riferimento che si può utilizzare come percorso di sviluppo, nel proprio lavoro e nella vita: The Digital Skills Framework, basato su due elementi cardine: maturità digitale (la consapevolezza e il cambio di mentalità) e abilità digitale (dal sapere al saper fare).
Xhaët e Derchi svolgono anche attività di formazione, per un pubblico di: manager / professionisti interessati a sviluppare le competenze digitali in azienda; docenti di scuole / università che vogliano dare competenze digitali ai propri studenti; influencers / bloggers / giornalisti interessati a divulgare il progetto Digital Skills; gestori / collaboratori di eventi, in Italia o all’estero, che riguardano la cultura digitale.
Al giorno d’oggi, lo smartphone è diventato uno strumento con molte funzionalità. E Kahoot è una piattaforma di apprendimento strutturata come un game. Usando Kahoot si può trasformare lo smartphone in uno strumento ludico, per fare didattica interattiva (ad esempio, per preparare e svolgere test di verifica).
Social Academy, invece, è la startup creata nel 2016 da Andrea Genovese, per offrire una visione completa sulle migliori opportunità di formazione, servizi di orientamento professionale e offerte di lavoro. Incrociando Social e Mobile Learning, Social Academy consente alle aziende di creare, promuovere e gestire corsi di formazione, sia in aula che online e agli utenti di trovare in un unico marketplace tutta l’offerta formativa disponibile, confrontare i contenuti dei corsi, richiedere informazioni e acquistare al miglior prezzo.
Un’altra realtà attiva nel campo delle tecnologie per il mondo della formazione è Life Learning, società di edu-tech italiana, che vede alla guida Rodrigo Di Lauro, imprenditore di 26 anni, e Federica Marrone, con un team di otto persone.
Life Learning, nello specifico, è un’azienda che mette a disposizione diversi corsi di formazione sulla sua piattaforma e-learning: l’obiettivo è fornire un servizio che possa consentire alle persone di abbattere i costi della formazione, senza rinunciare alla qualità e al livello di competenze dei corsi in aula, aggiungendo flessibilità. Tramite questa piattaforma, chi acquista un corso ha la possibilità di seguire le lezioni in qualsiasi momento, anche quando si è in treno o in metropolitana: le lezioni sono visualizzabili 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 da computer, tablet e smartphone. A differenza dei corsi in aula, è il corsista che stabilisce quando fare lezione e non deve più essere vincolato agli orari predeterminati da altri. Inoltre, docenti e aziende di formazione possono monetizzare le proprie competenze attraverso l’attività di creazione di corsi di formazione online, guadagnando il 50% ogni volta che il corso viene venduto, offrendo un valore formativo a utenti che si trovano in qualsiasi parte d’Italia.
Tra i progetti più recenti nell’area dell’Ed-Tech, c’è una blockchain delle idee e del talento per i giovani creativi, lanciata da Kinoa: startup con sede a Firenze. Si tratta di KibiGO: è un nuovo progetto tecnologico che offre ai ragazzi l’opportunità di sviluppare nuove idee attraverso un format nel quale si mescolano la sperimentazione delle nuove tecnologie, l’educazione finanziaria tramite l’uso di una moneta virtuale, la realizzazione di prototipi da lanciare sul mercato. Il percorso vede come protagonisti giovani tra i 15 e i 25 anni che hanno voglia di confrontarsi con l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale, la blockchain.
Kinoa ha sviluppato una blockchain dedicata e una moneta virtuale, il Fiorino, che permette di certificare ogni attività all’interno dell’esperienza valorizzando il talento dei singoli partecipanti e il processo di realizzazione dell’idea. Il nome Fiorino è un omaggio all’antica moneta usata nei secoli scorsi a Firenze.
Ai ragazzi, divisi in gruppi, sarà affidato un budget di 500 Fiorini per l’acquisto di corsi, materiali, tecnologie e consulenze funzionali alla realizzazione di un prototipo. L’esperienza dura circa quattro settimane, inizia dai primi brainstormings per ideare un prodotto e valutare la sua potenzialità sul mercato; per poi andare a definire la propria strategia finanziaria di investimenti in formazione e materiali; infine confezionare una campagna di comunicazione per la presentazione del prodotto ad eventi interni ed esterni.
Ogni fase di sviluppo dell’idea è accompagnata da Kinoa. L’uso della moneta virtuale permette ad ogni team di personalizzare il proprio percorso formativo, che la blockchain restituisce sotto forma di curriculum.
Due multinazionali del settore tecnologico come Microsoft e IBM hanno aderito al modello lanciato da Kinoa, mettendo a disposizione la loro tecnologia e diventando mecenati di KibiGO.
Sono già tre i progetti realizzati: un mixer di cocktail a comando vocale, una cornice smart dove l’arte dei corniciai italiani si fonde con l’intelligenza artificiale, un’app per innovare il mondo delle ripetizioni private.
Il percorso è aperto a tutti i giovani che vorranno sottoporre la candidatura, sia singolarmente sia in gruppo. È possibile, per i ragazzi delle scuole superiori, inserire l’esperienza KibiGO all’interno di un percorso di Alternanza Scuola Lavoro, e, per gli studenti universitari, nei tirocini curriculari.
Chissà cosa ne pensa il prof. Fontecedro (smile).