Archeologia e tecnologia: il tour virtuale del criptoportico nell’Ambasciata USA a Roma

© image by US Embassy to Italy, 2025.

Il criptoportico situato nel territorio dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma è un esempio di applicazione delle tecnologie al patrimonio culturale.

Dopo quattro anni di lavori è ora possibile visitare virtualmente questo sito archeologico, che non è accessibile dal vivo al pubblico.

Le delicate condizioni termoigrometriche all’interno della struttura, infatti, ne rendono estremamente complessa la conservazione.

Il progetto è iniziato nel 2021 con la manutenzione conservativa e la documentazione scientifica del monumento tramite scansione laser, fotogrammetria, documentazione fotografica e topografica.

L’ufficio Cultural Heritage dell’Ambasciata USA ha creato il tour virtuale in collaborazione con le società Studio Azimut e TwiceOut, ideandone struttura e percorso e redigendo i contenuti testuali e visivi, con fotografie e immagini di archivio.

Il criptoportico è una struttura ipogea risalente al I secolo d.C., che faceva parte del complesso degli horti Sallustiani, residenza estiva degli imperatori romani dal I secolo d.C. fino agli inizi del V secolo.

La struttura si componeva originariamente di un sistema di gallerie comunicanti, che consentiva di raggiungere le diverse aree della proprietà imperiale passando attraverso ambienti fastosamente decorati e piacevolmente freschi. La galleria principale è riccamente decorata con affreschi datati tra la fine del II secolo d. C. e l’inizio del III secolo d.C.

Il sito fu modificato e riutilizzato nel corso dei secoli, a seguito delle fasi di distruzione e abbandono della residenza imperiale durante il periodo tardo-antico, il cambio di destinazione d’uso a terreno agricolo, ed infine, alla creazione della rinomata Villa Ludovisi all’inizio del XVII secolo. Durante quest’ultima fase la struttura fu riadattata come magazzino a servizio dell’edificio sovrastante, il cosiddetto “museo delle statue”. A testimonianza della continuità di frequentazione della struttura rimangono sulle pareti del criptoportico numerosi graffiti, ovvero lettere, disegni, simboli e segni incisi, eseguiti tra il III secolo d. C. e il periodo rinascimentale.

Il criptoportico fu casualmente riscoperto e restaurato nel 1949-1950, dopo che la proprietà fu acquistata dal governo degli Stati Uniti. Tra il 1996 ed il 1998 fu realizzato un importante progetto, comprensivo della conservazione degli affreschi, dello scavo archeologico e dell’installazione di un sistema di controllo climatico, che ha permesso di acquisire una nuova prospettiva sulla storia del monumento. Dal 1998 il Cultural Heritage Office dell’Ambasciata statunitense è responsabile della conservazione e manutenzione del criptoportico, in ottemperanza alle leggi di tutela dei beni culturali e con la supervisione scientifica della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma. Tra il 2001 ed il 2002 l’ufficio Cultural Heritage ha condotto anche un progetto di ricerca accademica sui graffiti del criptoportico in collaborazione con l’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma.

Per effettuare il tour virtuale: qui.