Questa mattina, a Roma, sono andato al convegno Servizio pubblico, web e nuovi media, organizzato dall'ISIMM – Istituto per lo Studio dell'Innovazione, che ha visto la partecipazione di numerosi relatori provenienti dai mondi dell'azienda, della politica, della ricerca e della comunicazione. Molte le posizioni espresse durante l'incontro, da cui si ricava una sostanziale impressione di lavori in corso su cambiamenti non ancora definibili e perimetrabili con certezza.
Ha aperto i lavori Piero Gaffuri (direttore new media Rai):"Crediamo nella distinzione tra forma e contenuto nel web. Le web tv sono in espansione, anche se la banda larga non è ancora molto diffusa. Annunciamo la nascita di Rai Notizie: un aggregatore di news provenienti da tutto il mondo Rai. Su MyRaiTv, inoltre, ognuno potrà creare la sua playlist".
Enrico Menduni (docente all'Università di Roma 3 e membro ISIMM) ha coordinato la prima parte degli interventi e ha proseguito:"Il ruolo sociale della televisione generalista non è destinato a scomparire. Sono necessarie una nuova funzione editoriale e una nuova formattazione narrativa della televisione. Si sta formando una nuova estetica del racconto per immagini".
Successivamente, è intervenuto, Mario Valducci (deputato PDL – presidente della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni):"Abbiamo realizzato una indagine da cui è emerso che la qualità attuale della rete non è ancora sufficiente ed è necessario avere una rete di telecomunicazioni migliore. Per quanto riguarda la Commissione Trasporti e Telecomunicazioni, intendiamo dotare il Paese di una rete di nuova generazione. Una certa preoccupazione deriva dallo scontro tra brand (Rai, Mediaset, Sky) piuttosto che tra contenuti".
Riccardo Ruggeri, imprenditore, ha raccontato:"Per 25 anni ho fatto l'amministratore delegato di aziende in crisi, in Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti. A metà degli anni Novanta, capii che Internet poteva essere un'area interessante e qualche tempo dopo iniziai a fare l'imprenditore. L'attuale crisi economica globale è stata preceduta da segnali deboli, tra cui il primo può essere individuato nel secondo mandato presidenziale di Bill Clinton, un altro fatto degno di nota è che i top managers coinvolti nella crisi attuale avevano ed hanno lo stesso tipo di curriculum. Avendo un presentimento di possibile crisi, mi misi in liquidità, come si dovrebbe fare durante le crisi, e decisi di entrare in due business: la moda d'avanguardia e la creazione di una compagnia di assicurazioni. Ho capito che nel mondo del web bisogna entrare in punta di piedi".
Luca De Biase, giornalista e caporedattore di Nòva24 – Il Sole 24 Ore, ha notato:"Con Internet è nato un grande e nuovo medium orizzontale, fatto di persone e da valutare nel suo complesso. La Rai può fare di più ma non deve fare tutto: avere il ruolo di servizio pubblico non significa fare tutto, significa fare ciò che un servizio pubblico dovrebbe fare. La distribuzione online andrebbe valorizzata anche in vista di una valorizzazione di giovani talenti".
Corradino Mineo, direttore di Rai News24, ha aggiunto:"La televisione generalista si trasforma ma non è morta. La televisione all news produce in divenire ed Internet contiene sia una dimensione generalista sia una dimensione più specifica. In Rete, però, è necessario un atteggiamento interattivo".
Sebastiano Bagnara, docente all'Università di Sassari, ha spiegato:"In realtà, il pubblico del web non è un pubblico nel senso tradizionale della parola. Chi va sul web, ci va con atteggiamento interattivo che è completamente diverso dalla fruizione passiva. La navigazione in Internet non segue percorsi lineari ma emotivi: Internet è un aggregatore di di moltitudini legate ad emozioni e a frammenti".
Ruben Razzante, consigliere d'amministrazione della Fondazione Ugo Bordoni, ha rilevato:"Un possibile punto da cui ripartire per la governance della Rai è la rivalutazione dell'archivio della Rai. E, almeno per quanto riguarda l'informazione televisiva, sarebbe utile l'emanazione di un codice unico dei media".
Edoardo Fleischner, docente all'Università Statale di Milano, ha tenuto l'ultimo intervento della prima parte della mattinata:"Negli ultimi 15 anni, un servizio pubblico non è riuscito a creare qualcosa di diverso da una sistema radio-televisivo circolare. Penso, per il futuro, ad un sistema pubblico crossmediale universale, ispirato al principio del glocalismo ovvero pensare globalmente ed agire localmente".
La seconda parte del convegno, incentrata sulla tavola rotonda "Tv e social network" è stata coordinata da Luca Tremolada, giornalista di Nòva24 – Il Sole 24 Ore, che ha sostenuto:"Io sono tra quanti ritengono che siamo in presenza di un antico regime, destinato a cambiare".
David Bogi, responsabile nuovi progetti del digitale terrestre Mediaset, ha illustrato:"Stiamo producendo una diversificazione del modello di business finora praticato da Mediaset. Il web 2.0 è fondato su social community e video caricati in Rete. Per quanto riguarda il rapporto tra broadcasting e social network, ci sono aspetti da valutare con attenzione, legati alla disintermediazione con il service provider e al fatto che i social network possono essere sensori del cambiamento della società".
Robert Castrucci, membro ISIMM, ha riflettuto:"E' importante distinguere tra il web come medium e l'infrastruttura Internet utilizzata per trasmettere altri segnali televisivi, come ad esempio l'IPTV. Il servizio pubblico ha senso sul web? Io credo di sì, ma non deve essere solo un tentativo di diversificazione del business ma piuttosto un marchio di qualità e un progetto multipiattaforma già in origine".
Luca Colombo, direttore marketing Online Services Group di Microsoft, ha fatto notare:"Oggi gli operatori del settore non hanno ancora trovato la strategia vincente e anche i social network sono ancora in cerca della profittabilità. Difficilmente la televisione diventerà un personal computer, ma i social network possono dare più movimento al mondo televisivo".
Paolo Nuti, presidente AIIP- Associazione Italiana Internet Provider, ha evidenziato:"E' da tenere presente che, attualmente, le regole del mondo della convergenza sono scritte da immigrati digitali. E qualunque filtro posto all'accesso alla Rete è, in qualche modo, aggirabile dagli utenti".
Marco Pancini, responsabile rapporti istituzionali di Google Italia, ha affermato:"E' sostanzialmente impossibile interpretare precisamente il comportamento degli utenti su YouTube. Sul tema del diritto d'autore, l'utente è in controllo del mezzo ed assecondarlo è quello che possiamo fare".
Stefano Quintarelli, blogger ed amministratore delegato Reeplay, ha sintetizzato:"Abbiamo alle spalle solo 10 anni di mondo smaterializzato, e questa è una parte del fenomeno più complesso della digitalizzazione. I beni immateriali non sono né rivali né escludibili ed è necessario fare sperimentazioni".
Gli interventi conclusivi, coordinati da Enrico Menduni, sono stati effettuati da esponenti istituzionali, a partire da Paolo Gentiloni (deputato PD):"Sembrano visibili elementi di non matrimonio tra la televisione ed Internet, anche se per il servizio pubblico il matrimonio con il web può essere utile. La Rai dovrebbe favorire la cultura dell'innovazione ma in Italia la base della piramide informatica è ancora stretta. La cultura del servizio pubblico e e la cultura della gratuità della Rete possono trovare, nel medio periodo, una convergenza".
Michele Lauria, Commissario per i servizi e i prodotti dell'AGCOM – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha osservato:"Forse la globalizzazione riguarda più le piattaforme e le infrastrutture che gli utenti, sparsi in mille villaggi. Si tratta di un mondo in fermento e nato da pochi anni. Il servizio pubblico contribuisce all'identità e alla memoria nazionale, senza la quale non si costruisce il futuro".
Paolo Romani, sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni, ha concluso l'incontro:"Penso che il ruolo del servizio pubblico sia diffondere cultura e conoscenza con mezzi televisivamente efficaci. Ritengo che YouTube non sia sostitutivo della televisione generalista e i giovani faranno sintesi fra televisione generalista, YouTube, Facebook, I-Phone. Giovedì 12 marzo verrà presentato il piano nazionale per la banda larga su cui stiamo lavorando con Francesco Caio".