Nell’immagine: un momento della presentazione dell’edizione 2022 del programma Coding Girls. Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia. Roma, 29 novembre 2022. Credits: Fondazione Mondo Digitale.
Questa mattina, all’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, è stata presentata l’edizione 2022 del programma di formazione Coding Girls, dedicato ad incoraggiare le adolescenti italiane ad intraprendere studi e professioni lavorative nei settori della scienza e della tecnologia.
Si tratta dell’iniziativa ideata nel 2014 dalla Fondazione Mondo Digitale (sede a Roma) e supportata dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia e da Microsoft Italia. Nel corso degli anni, si sono aggiunti altri partners come Eni e Fondazione Compagnia di San Paolo, e dal 2022 ING Italia.
Negli anni scorsi, ne avevo scritto qui.
Dopo aver coinvolto lo scorso anno circa 15.000 studentesse in oltre 30 città italiane e in collaborazione con oltre 30 atenei, quest’anno Coding Girls annovera anche un programma speciale per la Città di Roma in collaborazione con Roma Capitale. Inoltre è previsto un focus sulla sicurezza informatica in collaborazione con Microsoft Italia.
Dopo tre anni la sede della Missione Diplomatica USA in Italia è tornata ad ospitare l’avvio delle nuove attività di questo programma che coinvolge le studentesse, e anche alcuni studenti, tramite sessioni di formazione, competizioni di coding e sessioni di orientamento alla scelta degli studi universitari. Attualmente, sono 32 i partners accademici di Coding Girls.
Christina Tomlinson, Ministro Consigliere per i Public Affairs dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, ha dichiarato: «Dare alle giovani donne gli strumenti necessari per avere successo nel mondo del lavoro è un’importante priorità di politica estera degli Stati Uniti. Con Coding Girls poniamo l’accento su questioni fondamentali per le relazioni tra Stati Uniti e Italia, come la maggiore inclusione delle donne nelle materie STEM. Sono lieta di partecipare al lancio della nuova edizione di Coding Girls. Questo programma riguarda il futuro, soprattutto per quanto riguarda le prossime generazioni e la tecnologia. Desidero congratularmi con tutte e tutti voi giovani partecipanti».
Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale, ha coordinato il dibattito e ha spiegato: «Siamo giunti alla nona edizione di questa piattaforma che serve alle ragazze per orientarsi nel mondo del lavoro. E le discipline STEM sono importanti per il futuro e offrono posti di lavoro ben qualificati. Se le donne partecipassero di più al mondo del lavoro, tutta l’economia italiana ne trarrebbe vantaggio. Siamo un ente del Terzo Settore, e desidero ringraziare anche le insegnanti illuminate che hanno voluto aderire a Coding Girls. L’esperienza maturata dal 2014 con le nostre Coding Girls ci ha fatto capire che la cultura dell’inclusione in ambito STEM necessita di percorsi radicati fin dai primi anni del percorso scolastico delle bambine e dei bambini, perché, aumentando la consapevolezza, è più facile indebolire progressivamente stereotipi di genere fortemente radicati nella nostra società. Lo dimostrano chiaramente anche i ragazzi coinvolti nel progetto che al termine del percorso riconoscono di aver modificato le loro convinzioni e superato i pregiudizi iniziali».
Monica Lucarelli, assessora alle Pari Opportunità e alla Attività Produttive del Comune di Roma, ha affermato: «Sono un’ingegnera meccanica, ho un approccio sistemico che mi aiuta a coniugare tutte gli aspetti della mia vita privata e professionale. Oggi, grazie al mio ruolo istituzionale porto avanti il tema delle pari opportunità in maniera trasversale per garantire parità di diritti e di opportunità di vita e lavoro. Coding Girls è un progetto che parte dalla formazione per aiutare voi studentesse a intraprendere un percorso diverso da quello che la società tradizionalmente ci ha assegnato. Le pari opportunità sono una questione di tutti, perché un Paese che non crede alla crescita di tutti in realtà finisce per non investire nel proprio sviluppo. Dobbiamo contribuire al cambiamento culturale. Molto del futuro di voi giovani passa dalla formazione».
Annamaria Brancaccio, dirigente scolastico Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione al Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha detto: «Sono laureata in Fisica. La partecipazione delle studentesse alle materie STEM va aumentata. Il Ministero sostiene l’idea che le discipline scientifiche e tecnologiche siano da valorizzare. Occorre aumentare, nelle ragazze, la convinzione che possano studiare e lavorare nelle STEM al pari dei colleghi uomini. Credo che riusciremo a incrementare la presenza femminile nei contesti tecnologici prima di quanto pensiamo».
Beatrice Pasciuta, Prorettrice alle Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Palermo, ha spiegato: «Nel nostro Ateneo, la popolazione studentesca è di circa 45.000 persone. L’università costruisce anche valori. Per questo stiamo predisponendo il gender equality plan, e investiremo risorse economiche superiori a 400 mila euro per sensibilizzare sul gender gap l’intera comunità studentesca. Fondamentale, secondo noi, lavorare anche sulla componente dei docenti con azioni di tutoring. Inoltre, proporremo questo programma di coding anche per avvocati e studiosi di diritto».
Silvia Colombo, Head of External Communication & CSR in ING Italia, ha dichiarato: «La risposta del pubblico femminile al nostro Job Digital Lab è stata fin dall’inizio molto positiva: sono infatti donne il 70% dei partecipanti. Donne che hanno voglia di mettersi in gioco, di investire su di sé e di esplorare nuove strade. Con Coding Girls estendiamo il nostro raggio d’azione anche alle giovanissime: salire a bordo di questa iniziativa e dare alle ragazze strumenti nuovi e utili per il loro sviluppo è per noi di ING un grande motivo di orgoglio».
Marwa Elhakim, Head of Diversity & Inclusion in Eni, ha sottolineato: «Soltanto con il potenziamento delle competenze tecnologiche delle ragazze aumenteremo le possibilità di futuro per il pianeta. Il Gruppo Eni sta investendo molto nella ricerca sulla fisica quantistica e sui supercomputers, ed intende aumentare la presenza femminile in azienda. Per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica e riduzioni delle emissioni, Eni fa leva sul potenziamento delle competenze digitali. Per questo stiamo lavorando con associazioni e istituzioni scolastiche, come nel caso di Coding Girls, per superare stereotipi di genere e coinvolgere le ragazze in questo percorso di miglioramento».
Maria Grazia Pugliese, Customer Success Executive presso Microsoft Italia, ha evidenziato: «Mi sono laureata in Ingegneria Biomedica all’Università della Calabria. In Microsoft, le competenze sono un asset. Le tematiche di Coding Girls sono alla base della nostra cultura aziendale. Diversi studi dimostrano che le aziende più attente all’inclusione e alla diversità hanno maggiori possibilità di redditività. Al giorno d’oggi, diverse realtà aziendali, inclusa Microsoft, faticano a trovare persone con le competenze necessarie. Ad esempio, già da tempo l’intelligenza artificiale e il cloud stanno generando opportunità lavorative. La carenza di competenze digitali è uno dei principali freni alla digitalizzazione e alla competitività del Paese. C’è ancora un gap da colmare nel capitale umano digitale. Incentiviamo le ragazze a studiare le materie STEM con varie collaborazioni come quella con Coding Girls e con il nostro piano Ambizione Italia, con l’obiettivo anche di migliorare il rapporto tra vita privata e vita lavorativa».
Si sono poi susseguite le testimonianze di coloro che hanno partecipato a Coding Girls, in qualità di formatori o di docenti o di studenti.
Elisa Chierchiello, formatrice alla Fondazione Mondo Digitale e studentessa di Intelligenza Artificiale all’Università di Torino: «Questa esperienza mi ha avvicinata al mondo della formazione, e nella mia esperienza vedo che la quota femminile sta crescendo nelle facoltà scientifico-informatiche, grazie anche a progetti come Coding Girls. Ho frequentato il liceo classico, e gli studi classici mi hanno aiutata a capire il pensiero computazionale».
Silvia Salini, docente di Statistica all’Università degli Studi di Milano: «Abbiamo aderito volentieri al progetto perché è un’occasione per sviluppare soft skills, e anche per rispondere alla missione di divulgare la cultura dei dati: una delle competenze per non essere manipolati e per allargare le capacità della partecipazione alla democrazia».
Giorgia Mazzanti, studentessa all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna: «Gli studi dimostrano che i risultati conseguiti da una donna migliorano quando aumenta la sua consapevolezza che può ottenere gli stessi risultati dei colleghi uomini. Grazie a Coding Girls ho avuto un approccio fresco alla programmazione e ho riflettuto sugli stereotipi di genere così radicati nella società e in noi stessi».
Annarita Petrillo, docente di Matematica e Fisica al Liceo Scientifico Peano di Monterotondo (Roma): «Partecipiamo da anni a Coding Girls perché per noi il coding è una mentalità, chi partecipa lo fa perché stimolato al pensiero computazionale. Non vediamo l’ora di fare divertire le ragazze e i ragazzi con le attività di coding».