Senza rating

Downgrade
Ogni tanto, la Borsa separa il denaro dagli stupidi, affermava John Kenneth Galbraith (1908 – 2006), economista canadese naturalizzato statunitense.

Nel corso della sua lunga vita, Galbraith è stato consigliere economico dei presidenti americani Roosevelt, Kennedy e Clinton e ha sempre prestato attenzione anche agli effetti delle politiche economiche sulla società.

I suoi insegnamenti sono ancora attuali, poiché fanno riferimento ad una ecologia della mente di cui c'è grande bisogno oggi.

Negli ultimi anni, l'opinione pubblica internazionale è venuta a conoscenza di termini del linguaggio economico-finanziario come: default, spread, rating, soltanto per citarne alcuni.

In particolare, il rating – ossia la valutazione sulla salute finanziaria di aziende e Paesi – è diventato negli ultimi decenni una delle attività principali delle multinazionali del settore finanziario/bancario/assicurativo. Nel caso di Lehman Brothers, ad esempio, si è vista l'affidabilità del sistema del rating…

Al giorno d'oggi, è ormai chiaro come il vero rating sia quello dato dalla propria intelligenza e dalla propria capacità di ragionare in autonomia, senza farsi influenzare dall'emotività del momento.

Si potrà dire che non tutti hanno i nervi saldi quando si tratta di investimenti e denaro, ma non potendo controllare il comportamento della Borsa diventa necessario saper controllare il proprio carattere. Ciò è ancora più vero in questi anni, in cui l'andamento nervoso della Borsa si è sostituito alla tradizionale crescita degli indici che avveniva anno dopo anno.

Dal 3 gennaio 2012 – prima seduta di quest'anno a Wall Street – i quattro indici principali della Borsa americana mostrano questi numeri:

– Dow Jones: -0,81%

– Nasdaq: +5,46%

– S&P500: +1,63%

– Nyse: -2,47%

Come comportarsi in questo scenario di incertezza? Bisogna usare il cervello, al posto del rating. Ovvero bisogna avere una strategia e conoscere almeno le basi indispensabili della cultura finanziaria, per capire in che cosa si sta investendo.

In Italia, l'insegnamento dei rudimenti della finanza a scuola viene visto come un tabù, ma per i futuri cittadini è importante conoscere la struttura del mondo finanziario, in modo che in età adulta sappiano prendere decisioni oculate ed informate.

A New York, nei giorni scorsi, è stata aperta una classe-laboratorio dedicata alla finanza all'interno della Brooklyn Academy of Global Finance High School (fonte: BusinessInsider.com). Gli studenti non sono impegnati in  transazioni reali, ma iniziano a fare pratica con gli strumenti finanziari.

Ma anche in Italia ci sono alcuni casi, soprattutto per quanto riguarda l'educazione finanziaria degli adulti. FinanzaWorld è la società di informazione e consulenza finanziaria indipendente, fondata nel 1999 dal giornalista ed imprenditore Francesco Carlà, attiva anche nell'ambito educational, con corsi online e dal vivo. YouInvest è invece la scuola di formazione finanziaria fondata nel 2011 da Marco Liera, giornalista economico, attualmente anche commentatore sui temi del risparmio e degli investimenti per il Sole 24 Ore.

Come sappiamo, la finanza di oggi si fa con strumenti e piattaforme hi-tech. Negli ultimi giorni, sta facendo notizia la performance negativa di Facebook a Wall Street. Sta accadendo un fatto tipico della fisiologia di Wall Street, ossia: non è detto che una buona azienda sia automaticamente anche un buon investimento. Ciò avviene perché la Borsa ragiona con logiche ed aspettative diverse rispetto ai dirigenti di un'azienda. Nel caso delle IPO (aziende esordienti sul listino), oltre alle aspettative immediate sulle prospettive di crescita dell'azienda, vanno poi considerati anche i movimenti dei venture capitalists che hanno investito nello sviluppo dell'azienda. Facebook ha una notevole massa di utenti, ma per andare bene anche in Borsa dovrà sostenere ritmi di crescita davvero molto significativi nei prossimi anni.

Queste considerazioni ci portano anche alla distinzione fra le due grandi tipologie di aziende quotate in Borsa. Ci sono le aziende "value", ossia quelle con un business tendenzialmente stabile, spesso tradizionale, e le aziende "growth", ovvero quelle con un prodotto innovativo o con un business centrato sulla tecnologia.

In ambito tecnologico, si possono citare Apple, Google e Amazon come aziende che, al giorno d'oggi, riescono ad unire sia il lato value sia quello growth.

Valutare correttamente un'azienda è un esercizio che richiede attenzione a molti aspetti: numeri aziendali, tipo di business, settore di mercato, condizioni generali dei mercati borsistici. L'investimento è un po'  "arte" (intuito, curiosità, pensiero al di fuori degli schemi) e un po' scienza economica (capacità di leggere il bilancio aziendale, conoscenza e valutazione dei dati fondamentali sull'azienda).

Nel mondo digitale, ci sono oggi alcuni strumenti per "monitorare" le aziende quotate in Borsa.

Ad esempio, Aswath Damodaran, professore di Finanza alla Stern School of Business della New York University, e Anant Sundaram, professore di Finanza alla Tuck School of Business del Dartmouth College, hanno elaborato la app per iPad uValue, finalizzata a valutare i business aziendali.

Ed ancora, Stocktwits è un sito/social network dedicato alla comunità finanziaria internazionale. Fondato nel 2008 dall'investitore Howard Lindzon, con l'obiettivo di organizzare i flussi d'informazione finanziaria che circolano sul web, Stocktwits sintetizza – in messaggi di 140 caratteri – idee, links, grafici ed altri dati finanziari. E' possibile seguire singole aziende e specifici contributors. La piattaforma è integrabile con i maggiori social networks (Facebook, Twitter, Linkedin) e un team si occupa di separare le informazioni rilevanti dallo spam e dai messaggi non pertinenti. Attualmente, è in fase di test anche una versione premium, dedicata a professionisti con necessità di informazioni più approfondite.

In un momento in cui i mercati hanno ricominciato a borbottare, e nessuno può dire con certezza se risentiremo o meno le urla della scorsa estate, separare il rating dal buon senso è fondamentale.