Questa mattina, il prof. Joseph Stiglitz, economista americano e Premio Nobel per l'Economia nel 2001, ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Economia dall'Università LUISS "Guido Carli" di Roma. La cerimonia coincide con l'inaugurazione dell'anno accademico 2009/2010 della LUISS. Ero in aula magna.
Renato Schifani, Presidente del Senato della Repubblica, ha rivolto un indirizzo di saluto:"L'Università e la ricerca sono fattori di sviluppo per il Paese e per uscire dalla crisi. Dal punto di vista economico, il 2010 sarà un anno di soltanto parziale recupero".
Il rettore dell'Università LUISS, prof. Massimo Egidi, ha tenuto la relazione introduttiva:"Siamo in grado di rispondere alle sfide dei prossimi dieci anni? La crescita si sta spostando verso i paesi emergenti: per capacità di attrazione di attività economiche, l'Italia non è in buona posizione. E nei prossimi anni sarà sempre più richiesto lavoro di alta competenza, soprattutto nei settori dell'ingegneria, dell'economia e della statistica. Per sviluppare il capitale umano sono necessarie: trasversalità nelle competenze per adattarsi ai cambiamenti ed autonomia intellettuale e professionale. Autonomia, responsabilità, merito sono tre componenti fondamentali per la riforma del sistema universitario in Italia. E la recente riforma del sistema dell'istruzione presenta alcune rigidità su cui bisognerebbe ragionare con attenzione".
In seguito è intervenuto Pier Luigi Celli, amministratore delegato e direttore generale dell'Università LUISS, affermando:"Questo Ateneo intende fornire anche metodi di conoscenza per capire i fenomeni. Gli studenti sono la legittimazione di questa istituzione, che vuole offrire risultati e qualificazione. Stare bene aiuta a formarsi bene, e la cultura collaborativa di questa università sostiene una formazione con qualcosa in più da offrire agli studenti".
Successivo intervento del rappresentante degli studenti nel Consiglio d'Amministrazione, Giuseppe Clemente:"L'Università non deve soltanto informare ma anche educare. Per noi studenti, lo studio delle lingue è diventato di particolare rilevanza, in un mercato del lavoro sempre più internazionale".
Il professore di economia politica Pietro Reichlin (LUISS) ha tenuto la prolusione, sul tema delle conseguenze economiche della mobilità del lavoro:"Dall'inizio degli anni Ottanta, il PIL mondiale è aumentato di due volte e mezzo. Negli ultimi venti anni, nel mondo si è registrato un forte aumento delle migrazioni e dell'immigrazione qualificata. Gli immigrati sono il 3% della popolazione mondiale, pari a 180 milioni di persone, ma il dato rimane modesto se paragonato alla mobilità di capitali e merci. In Italia, l'immigrazione è in aumento ma il dato non è ancora ragguardevole: proiezioni Istat indicano un 13% di popolazione immigrata nel 2030, a fronte del 6% attuale. In Europa, Italia inclusa, c'è poca mobilità interna, a differenza di quanto sta accadendo in Cina, dove recentemente 103 milioni di cinesi hanno effettuato una migrazione interna. La Gran Bretagna è il paese europeo che attrae gli immigrati più qualificati. C'è una polarizzazione in atto nel mondo: ovvero c'è una domanda crescente di lavoro sia per le alte qualifiche sia per le basse qualifiche. Tra i fattori che spingono ad emigrare, si possono citare le differenze salariali e la qualità delle istituzioni. In Italia, ci sono appena 29.000 studenti stranieri. L'immigrazione cambia la composizione del mercato del lavoro. Le economie di scala sono concentrate nei settori hi-tech, dove interagiscono lavoratori molto qualificati".
In qualità di presidente della LUISS, Luca Cordero di Montezemolo ha concluso la prima parte della mattinata dichiarando:"Colgo l'occasione per dare il benvenuto a David Thorne, nuovo Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Se vogliamo chiedere coerenza al Paese Italia, dobbiamo prima chiedere coerenza a noi come Università. Ringrazio il corpo accademico e sottolineo il consistente aumento delle richieste d'ammissione alla LUISS. Ma desideriamo tenere il numero complessivo degli studenti al di sotto degli 8.000, per un'università a misura d'uomo. Desidero soffermarmi, inoltre, sul valore dei nostri studenti provenienti dal Sud. E vanno aperte le porte all'internazionalizzazione, per vincere la sfida delle idee. Ricerca e produttività sono due priorità per la LUISS".
Nella seconda parte della mattinata, il rettore della LUISS ha conferito la Laurea Honoris Causa al prof. Joseph Stiglitz, attualmente docente alla Columbia University di New York. La laudatio (lode) è stata tenuta dall'economista francese Jean-Paul Fitoussi, docente all'Università LUISS e all'Istituto di Studi Politici di Parigi. Fitoussi, che fa anche parte dei consiglieri economici del presidente francese Sarkozy, ha spiegato:"Sono al terzo anno di insegnamento alla LUISS e sono sempre stato attratto dall'Italia. E spero che questo Paese smetta di autoflagellarsi. Stiglitz è un economista eccezionale: ha costruito un nuovo frame per studiare i fenomeni economici. Sa ascoltare gli altri ed ha una grande umanità. Ha dato strumenti per comprendere meglio le disuguaglianze economiche. E' stato presidente, dal 1995 al 1997, dei consiglieri economici dell'amministrazione Clinton, e dal 1997 al 2000 è stato Senior Vice President e Chief Economist della Banca Mondiale. Ha dato un contributo di altissimo livello alla teoria delle asimmetrie informative".
Parola a Joseph Eugene Stiglitz:"Il fallimento della Lehman Brothers ha simboleggiato la fine di un'era. E la fine dell'idea secondo cui il mercato si autoregola. La teoria della 'mano invisibile' che agisce per il progresso della società era una bellissima idea, che pero' è caduta. L'attuale crisi è una grande opportunità per l'accademia, per le istituzioni e per il mercato, per riesaminare le fondamenta della teoria e della politica economica. Il mercato finanziario ha creduto di poter trasformare il mondo: sfortunatamente l'ha fatto nel modo sbagliato, pensando che la globalizzazione avrebbe esteso a livello mondiale il sistema dei prestiti facili. Il mercato può essere inefficiente, a livello massivo. In questo caso, i policy makers hanno dimenticato le risorse più ricche e profonde presenti nell'accademia. Molti dei modelli economici che usiamo, enfatizzano i lati positivi della globalizzazione ma non incorporano considerazioni di altro tipo. L'innovazione è al cuore di una società, ma l'innovazione creata dal mercato finanziario non ha fatto bene all'economia reale. Non andremo incontro ad una grande depressione, ma dobbiamo uscire da una consistente recessione".