Qui sul pianeta Terra, il coronavirus ha già creato una mole di problemi per cui saranno necessari grandi sforzi di risoluzione.
Oggi provo a portarvi fuori dalla Terra; andando “in giro” nello Spazio: una frontiera estrema sia dell’immaginario collettivo sia dell’ingegno umano, tra satelliti, astronavi, navicelle spaziali, missili, missioni militari, missioni di ricerca, altri pianeti, astronauti, forme di vita al di fuori della Terra, viaggi.
Già nel 1964, lo studioso canadese Marshall McLuhan (1911 – 1980) teorizzava: «La forma estrema di questa implosione è l’immagine dell’astronauta chiuso nel suo pezzetto di spazio avvolgente. Lungi dall’allargare il mondo, ne annuncia la contrazione alle dimensioni di un villaggio».
C’è poi l’altro grande tema della esistenza o meno degli extraterrestri, e del loro eventuale rapporto con gli esseri umani. Ad esempio, nel film Contact (USA, 1997, regia di Robert Zemeckis, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Carl Sagan) viene posta una fondamentale questione di comunicazione: prima ancora di capire il contenuto dei messaggi elaborati e inviati dagli esseri umani, come possono gli extraterrestri capire che gli esseri umani stanno cercando di comunicare con loro?
Ma torniamo per un momento sulla Terra, e in particolare in Italia, perché nei giorni scorsi Cassa Depositi e Prestiti, attraverso la sua area di Venture Capital, ha stabilito un investimento fino a 21 milioni di euro in Primo Space Fund: Fondo italiano per le startups del settore aerospaziale. Primo Space Fund, con un obiettivo di raccolta di 80 milioni di euro, investirà prevalentemente in Italia e sarà gestito da un team di professionisti affiancati dalla Fondazione Edoardo Amaldi (fondazione di ricerca scientifica finalizzata al trasferimento tecnologico) e da università italiane, tra le quali il Politecnico di Torino e l’Università di Salerno.
A livello mondiale, la Space Economy e la Space Race suscitano sempre più attenzione.
Dal 2010, uno dei più noti uomini d’affari sulla Terra, il britannico Richard Branson (classe 1950), ha deciso di entrare nel settore aerospaziale, tramite l’azienda Virgin Galactic, operativa nel New Mexico (Stati Uniti). A febbraio 2020, questa azienda ha reso noto di aver ricevuto oltre 8.000 richieste per viaggi turistici nello Spazio. Sebbene allo stato attuale questo tipo di viaggi sia appannaggio di persone estremamente facoltose, uno degli obiettivi di lungo termine di Virgin Galactic è arrivare al turismo spaziale “di massa”. Lavorando molto anche allo sviluppo di aerei a velocità supersonica. Recentemente, inoltre, la statunitense Boeing (una delle maggiori aziende mondiali dell’aerospazio) ha investito 20 milioni di dollari in questa azienda. A guidare Virgin Galactic, come CEO, è George Whitesides, ex pilota di aerei, con precedenti esperienze alla NASA, alla U.K. Royal Aeronautical Society, all’American Institute of Aeronautics and Astronautics, nominato nel 2010 da Richard Branson.
Andare in giro nello Spazio può essere molto interessante.