E-commerce, marketing digitale e network: così le 81 Camere di Commercio Italiane all’estero possono fare da collegamento tra le politiche governative e le PMI.
Nel 2019 il contributo pubblico destinato ai progetti camerali all’estero si è attestato su circa 7,8 milioni di euro, e nel 2020 ha generato valore aggiunto per circa 47 milioni di euro (inteso come valore complessivo dell’azione di promozione delle Camere di Commercio Italiane nei 58 Paesi in cui operano).
Il Segretario Generale di Assocamerestero, Domenico Mauriello (di cui avevo scritto qui), ha illustrato le istanze dell’associazione che riunisce le 81 Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) nel corso della recente audizione svolta alla Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati, ai fini dell’esame in sede consultiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Gli interventi prioritari del sistema camerale in Italia e all’estero, in coerenza rispetto a quanto il governo Draghi sta attivando nell’ambito del “Patto per l’export”, mirano a incrementare la conoscenza e l’utilizzo delle diverse soluzioni offerte dal digitale per sostenere le esportazioni italiane, supportando oltre 30.000 imprese ad avviare o sviluppare nuove forme di presenza sui mercati internazionali utilizzando la leva dell’innovazione.
Grazie a un dialogo costante con gli operatori di mercato, le Camere di Commercio Italiane all’estero hanno realizzato servizi, percorsi di formazione e assistenza in linea con il reale livello di preparazione digitale delle imprese.
Tra i servizi offerti fino ad oggi: l’identificazione dei possibili clienti in base allo studio dei tendenze di mercato nei singoli Paesi, la definizione del prezzo migliore dei prodotti e dei servizi, l’assistenza per i passi successivi al lancio digitale.
Sono già diverse le iniziative ben avviate, come la Italian Gallery Singapore, un acceleratore commerciale per le aziende interessate ad esportare e investire a Singapore e nel Sud Est asiatico realizzato dalla Camera di Commercio Italiana di Singapore; la piattaforma Export Lounge, creata per mettere in contatto domanda e offerta B2B tra Italia e Vietnam, attraverso l’intermediazione della Camera di Commercio Italiana in Vietnam; il marketplace online Piazza Italia Market per il mercato del Nord America creato dalla Camera di Commercio Italiana negli Stati Uniti; il marketplace Mangez Italien per la valorizzazione e la vendita di prodotti alimentari italiani di alta qualità in Francia, realizzato dalla Camera di Commercio Italiana di Nizza nell’ambito del progetto True Italian Taste finanziato dal Ministero degli Affari Esteri.
Le Camere di Commercio riunite in Assocamerestero – che rappresentano i paesi in cui si concentra oggi oltre l’80% dell’interscambio commerciale dell’Italia – hanno oltre 160 punti di presenza nel mondo, in cui lavorano 500 addetti, con un’azione promozionale articolata su 1.600 attività.
«Grazie al lavoro della rete delle Camere di Commercio Italiane all’estero, il co-finanziamento dello Stato è stato un investimento dal forte effetto moltiplicativo: il contributo pubblico ha prodotto un volume di attività di oltre cinque volte superiore al suo valore, tramite il meccanismo di intervento del mercato e la capacità delle Camere di mobilitare anche risorse di altri paesi e di altre fonti – ha spiegato Domenico Mauriello, segretario generale di Assocamerestero –. A questo si aggiunge l’esperienza positiva sviluppata dalla rete camerale estera in relazione al progetto True Italian Taste, che ha sottolineato la capacità del sistema delle Camere di Commercio Italiane all’estero, anche attraverso la regia di Assocamerestero, di realizzare iniziative innovative con le risorse del Made in Italy. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza andrebbe definita la possibilità di un ricorso strutturale alle Camere di Commercio Italiane all’estero, realizzando anche iniziative integrate con l’Agenzia ICE».