Il digital divide tra giovani e anziani, in Italia

Credits: Dilbert.com.

Il Censis è un istituto di ricerca nato nel 1964, con sede a Roma, che si occupa da sempre di monitorare la realtà sociale ed economica italiana.

Tra le ricerche del Censis, c’è anche il Rapporto sulla situazione sociale del Paese, giunto quest’anno alla 50esima edizione (presentazione del Rapporto 2016: venerdì 2 dicembre 2016 a Roma, ore 10, viale David Lubin 2, ingresso libero, per informazioni: censis@censis.it).

Da molti anni, questa pubblicazione del Censis è tra quelle più citate dai media per illustrare i cambiamenti in atto nella società italiana, ed offre una panoramica su temi come la formazione, il lavoro, il welfare, la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza.

E anche sul tema del digital divide fra le diverse generazioni di italiani, c’è molto da dire.

Nei giorni scorsi, peraltro, è avvenuto un episodio estremo, che segnala la riluttanza delle generazioni più anziane ad entrare in sintonia con gli strumenti del presente e del futuro.

Il fatto: per effettuare alcune pratiche in un ufficio postale di Cassino (area sud-est del Lazio), un giovane aveva prenotato il proprio turno allo sportello tramite una app che abbatte i tempi di attesa. In questo modo, ci si può organizzare per arrivare allo sportello in tempo utile per il proprio turno, senza perdere tempo in una lunga e noiosa attesa. E il giovane si è presentato allo sportello quando era il suo turno, così come segnalato dalla app. Ma così facendo, gli anziani hanno avuto l’impressione che avesse saltato la tradizionale fila che loro invece sono abituati a fare. E così si sono scagliati contro il giovane, che secondo loro aveva fatto il furbo. Ma il giovane aveva ragione, e per sedare lo scontro sono dovuti intervenire gli addetti agli sportelli dell’ufficio postale, che hanno riconosciuto la correttezza del comportamento del giovane, il quale aveva prenotato correttamente il proprio turno allo sportello. Dopo la fine delle ostilità, il giovane è riuscito finalmente a fare le pratiche che doveva fare.

Questa vicenda indica, ancora una volta, che in Italia si parte da un gap culturale decisamente elevato tra le diverse generazioni. Ovviamente, non bisogna commettere l’errore di pensare che tutti gli anziani siano ostili alle innovazioni, ma il trend generale è evidente: le generazioni più anziane non sono cresciute con gli strumenti digitali, e molto spesso faticano ad accettare modi diversi da quelli tradizionali. Le generazioni più giovani, invece, sono alfabetizzate all’uso di apps, smartphone, tablet, pc, e usano con disinvoltura le opportunità offerte dal mondo digitale, per migliorare alcuni aspetti della vita.

La società italiana è una società disomogenea, e bisogna tenerne conto se si vuole cercare di capire il Paese.