Interactive Politics

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Ci sono più verità nelle ventiquattro ore della vita di un uomo che in tutte le filosofie, sostiene Raoul Vaneigem, scrittore, filosofo e giornalista belga (1934).

Chi fa politica dovrebbe tenere a mente questo fatto, soprattutto al giorno d'oggi. Parlare di politica interattiva non è più un ossimoro, o almeno non dovrebbe più esserlo. Come sappiamo, per lungo tempo e in modo particolare in Italia, il politico era considerato un'altra persona rispetto a chi lo aveva eletto. Nel lungo periodo, questo modo di intendere la politica ha portato all'ampio scollamento attuale fra cittadini e classe politica, con il cittadino e il politico che vivono vite diverse, in mondi diversi.

Ma oggi, tornare ad ascoltare i bisogni reali delle persone è una opzione non più rinviabile, sia per lo spirito del tempo sia per innalzare la qualità del dibattito politico italiano (ce n'è molto bisogno).

Negli Stati Uniti, sta iniziando ufficialmente il secondo mandato presidenziale di Obama. E le due campagne elettorali (2008 e 2012) che lo hanno portato alla vittoria, hanno fatto ampio uso dei media interattivi e in generale della rete. E non potrebbe essere altrimenti, in una epoca dove le persone possono esprimere il proprio parere sui social network, sui blog, sui forum e attraverso tutte le forme di comunicazione interattiva oggi disponibili.

Tutto ciò è evidente anche nel mondo dei media, con un passaggio epocale dai media monodirezionali ai media interattivi (e tra ieri ed oggi è andata online la nuova versione del sito del Sole 24 Ore).

Ancora online, si trova un report di ricerca sul rapporto fra territorio ed innovazione negli Stati Uniti. Si tratta del Milken Institute's Annual Index of Best Performing Cities 2012. E' uno studio, effettuato dal Milken Institute (think tank indipendente e no profit con sedi in California e a Washington), sul rapporto fra centri urbani (piccoli e grandi), occupazione ed innovazione sul territorio americano. Il dato principale emerso dalla ricerca: l'area tecnologica è uno dei settori più dinamici per l'occupazione. Per scaricare gratuitamente il report o per acquistare la versione stampata: qui.

Va ricordato, inoltre, come il 2013 sia l'anno della cultura italiana negli Stati Uniti. Qui un articolo dedicato a questo tema, su questo NòvaBlog.

Per chi fosse in cerca di contatti per avviare una start up in Italia, Gianluca Dettori (fondatore di dPixel e tra i principali esperti di venture capital in Italia) ha pubblicato, sul suo blog personale, una lista aggiornata di oltre 100 indirizzi per chi fa start up in Italia, fra eventi, incubatori, comunità, media, investitori in capitali di rischio, fondi ed associazioni di settore.

Politica interattiva, si diceva all'inizio di questo post. Ed oggi, online c'è anche il Dizionario Interattivo di Scienza Politica (The University of Chicago Press), a cura di Mauro Calise (docente di Scienza Politica all'Università Federico II di Napoli) e Theodore J. Lowi (docente di American Institutions alla Cornell University, Usa). Il dizionario è disponibile anche in formato cartaceo.

E i politici devono guardare, anche e soprattutto, al futuro delle giovani generazioni, come ben evidenziato nell'editoriale di ieri di Beppe Severgnini sul Corriere della Sera.

Ma per guardare al futuro e creare condizioni di benessere per i cittadini, è necessario sapere in quale società siamo oggi e in quale società vivranno le prossime generazioni. In tal senso, Misure del benessere – Benessere equo e sostenibile è un progetto congiunto dell'Istat e del Cnel-Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, che ha riunito alcuni dei principali osservatori e studiosi della società italiana per elaborare i parametri sui quali valutare il progesso sociale. Sono state individuate dodici dimensioni del benessere: ambiente; salute; benessere economico; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; relazioni sociali; sicurezza; benessere soggettivo; paesaggio e patrimonio culturale; ricerca e innovazione; qualità dei servizi; politica e istituzioni. La relazione prodotta nel 2012 dal Comitato CNEL-ISTAT cerca di superare l'indicatore economico del PIL-Prodotto Interno Lordo per arrivare a definire nuovi parametri sui quali misurare il progresso, con particolare riferimento a fattori ambientali e sociali.

Scarica Relazione del Comitato CNEL-ISTAT su 'Indicatori di Progresso e Benessere', 2012