Poniamo il caso che le maggiori aziende mondiali dell'intrattenimento debbano trasferire sui media online i contenuti prodotti nel XX secolo sulla carta, come ad esempio la produzione dell'editoria fumettistica.
E poniamo anche il caso che il medium della scrittura sia destinato a vivere trasformazioni sotto l'effetto delle nuove forme di comunicazione online.
Entrambi i casi si sono avverati.
Ad esempio, la Marvel – storica azienda Usa attiva nella produzione di comics – è stata acquisita dalla Disney nel 2009, e la casa di Topolino si è dunque appropriata della vasta library di personaggi detenuta dalla Marvel. Ma come "trasportare" i contenuti dei fumetti Marvel nella comunicazione digitale? Qui, su Econsultancy.com, c'è un interessante articolo su come la Marvel utilizza Twitter, Instagram, Pinterest e Google+, riuscendo ad integrare l'universo dei tradizionali personaggi dei fumetti con le piattaforme di social networking oggi disponibili. Marvel è certamente uno dei marchi storici nel mondo del fumetto, ma proporre con efficacia un contenuto mediale tradizionale sulle attuali piattaforme di comunicazione è meno banale di quanto si pensi: bisogna, infatti, riuscire a comunicare bene con le persone sul web e allo stesso tempo bisogna saper veicolare l'immaginario rappresentato, in questo caso, dai personaggi dei comics.
Nel caso dei comics, inoltre, la parte visuale deve accompagnarsi a quella di scrittura: le attuali forme di social networking rappresentano il "trionfo" dei formati brevi della comunicazione, attraverso lo scambio di messaggi sintetici e rapidi. Secondo lo sceneggiatore di fumetti e autore di romanzi Tito Faraci, il fumetto non è un genere: è piuttosto un contenitore. E sempre secondo lui, Twitter abilita nuove forme di racconto. Nel video qui sotto, c'è il suo intervento in occasione dell'evento "Come fare narrativa su Twitter" all'interno della Social Media Week svoltasi il mese scorso a Milano.
Il dibattito sull'evoluzione delle forme di scrittura è in corso: c'è chi è favorevole alle nuove forme e chi le guarda con diffidenza. Il fatto certo è che, anche in questo campo, i media emersi in questi anni hanno messo in discussione le regole.