Alberto Abruzzese: romano, classe 1942, eclettica personalità del mondo della cultura in Italia, docente di ruolo nell'Università italiana dal 1972 al 2012.
Dopo 40 anni di insegnamento, Abruzzese quest'anno lascia formalmente il mondo accademico. Naturalmente, continueremo a vederlo, leggerlo, ascoltarlo in altre sedi.
Il suo è un lungo percorso in cattedra, iniziato all'Università "Federico II" di Napoli (1972 – 1992), proseguito all'Università "La Sapienza" di Roma (1992 – 2005, ateneo dove si è laureato in Lettere e Filosofia nel 1967) e giunto all'Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano (2005 – 2012).
Esploratore dell'immaginario, collezionista di pensieri, raffinato sociologo della comunicazione. Abruzzese ha ricoperto molti "ruoli": professore universitario; filosofo; romanziere; saggista; giornalista; sceneggiatore, regista ed attore cinematografico; ideatore e consulente di eventi culturali, mostre, programmi radiofonici e televisivi.
E' tra i fondatori degli studi sui media in Italia ed è stato il primo Preside della prima Facoltà di Scienze della Comunicazione in un Ateneo pubblico italiano (La Sapienza, dal 2000 al 2002). Conosce dall'interno gli apparati culturali italiani e il suo percorso di ricerca nasce in ambito letterario per poi prendere una direzione mediologica. L'immaginario è il suo grande terreno di ricerca, che analizza con un originale approccio che dà grande valore alla metropoli come luogo di formazione e sviluppo dell'immaginario collettivo.
Cappello, barba, l'amato sigaro fra le labbra, è dotato di grande energia intellettuale ed è interessato a ciò che sarà il futuro in Italia e nel mondo. Fra le sue numerose passioni: l'arte, il cinema e la letteratura.
E leggendo i suoi libri, non si può fare a meno di notare la sua capacità profetica: da Forme estetiche e società di massa del 1973 (suo primo, storico, libro) ad Analfabeti di tutto il mondo uniamoci (1996), ha previsto i grandi cambiamenti della società e del mondo: dal declino della politica tradizionale all'avvento del berlusconismo in Italia, dall'arrivo delle reti digitali fino al corpo elettronico di oggi.
Ho iniziato a conoscerlo tra Roma e Milano, durante questi miei anni erranti.
Conoscendolo un poco, sarà rammaricato di non aver potuto fare tutto ciò che avrebbe voluto. Ma la sua collocazione "eccentrica" gli ha permesso di scorgere il futuro prima di altri, comprendendo il salto di qualità compiuto attraverso le innovazioni e le tecnologie. Senza dimenticare, inoltre, le varie generazioni di allievi che ha "cresciuto", ora sparse fra cattedre universitarie e professioni della comunicazione.
Nel 2009, ho avuto occasione di intervistarlo per questo NòvaBlog.
Mercoledì 18 gennaio 2012, a Roma, Università La Sapienza, sede di via dei Volsci, 122, aula Levi, ore 14.30 – 19, si svolgerà un incontro pubblico con lui. Dopo le relazioni di Alberto Asor Rosa (storico della letteratura), Franco Ferrarotti (decano della sociologia italiana), Paolo Rosa (esperto di arti visive e cinema, co-fondatore di Studio Azzurro), si svolgerà una jam session con gli interventi di colleghi, allievi, amici e di quanti vorranno partecipare. Infine, Alberto Abruzzese terrà una lezione su arte e pubblico al tempo dei barbari, a partire dall'ultima edizione (2011) del suo primo libro: Forme estetiche e società di massa. Arte e pubblico nell'età del capitalismo (1973, Marsilio editore).