L'innovazione ha bisogno di un pensiero trasversale sul mondo.
La Storia ha mostrato come siano diventate realtà soltanto le innovazioni con una ricaduta reale sulla vita quotidiana. Vita quotidiana che si svolge sul territorio. Con l'avvento del mondo digitale, i territori sono diventati due: oltre alla realtà materiale, oggi c'è anche il continente immateriale reso possibile dalle tecnologie della comunicazione. Ora, riuscire a trasformare la biodiversità nella migliore biodiversità possibile è un obiettivo auspicabile, soprattutto in Italia. Già, perché sul territorio italiano realtà materiale ed immateriale possono trovare un'integrazione, se si utilizza un approccio lungimirante.
E proprio da una innovazione lungimirante possono scaturire idee in grado di trovare applicazione pratica. Ad esempio, Roma è una città strutturalmente poco propensa a seguire le regole "classiche" del business. Sul territorio romano, comunque, ci sono alcuni casi di interesse, di varia natura. A partire dalla costituzione di uno spazio per l'innovazione sociale: iniziativa che sta prendendo forma negli ultimi mesi con The Hub Roma, struttura – coordinata da Dario Carrera, Ivan Fadini e Conny Neri – che sta dialogando con le diverse anime presenti nell'area romana; il prossimo incontro aperto del costituendo Hub romano sarà il 21 marzo (prenotazione entro il 16 marzo). Recentemente, inoltre, è stato inaugurato a Testaccio il centro culturale La Pelanda (ne avevo scritto qui), che ospita dal 3 marzo al 2 maggio DigitaLife: innovativa rassegna dedicata alle contaminazioni fra arte contemporanea e nuove tecnologie, con opere presentate per la prima volta in Italia. E non vanno dimenticate le periferie: fino al 15 aprile 2010 è possibile presentare domanda per il bando pubblico per l'insediamento di piccole imprese a vocazione culturale nell'incubatore "Incipit" di Corviale/Garbatella. Roma, si sa, è anche città ricca di mostre e nell'epoca della riproducibilità digitale dell'opera d'arte, è possibile ammirare fino al 5 aprile la "mostra impossibile" dedicata a Caravaggio, ospitata ai Mercati di Traiano-Museo dei Fori Imperiali ed arricchita dall'uso di applicazioni tecnologiche.
Fra i casi di tecnologie applicate ai beni culturali, c'è quello della mostra "I colori di Giotto. La Basilica di Assisi tra restauro e restituzione virtuale" dal 10 aprile al 5 settembre ad Assisi (Perugia), in cui dove non è possibile il restauro arrivano le tecnologie digitali di HAL9000. Gli affreschi virtuali saranno confrontati con il loro aspetto attuale, in una serie di schermi touch screen in corrispondenza di ogni gruppo di scene. L'area della tecnologie applicabili al patrimonio culturale rappresenta un filone di attività che in Italia può produrre risultati apprezzabili, a partire da una buona mappatura a livello nazionale, compiuta ad esempio nel libro (Re)design del territorio (a cura di Andrea Granelli e Monica Scanu, edito dalla Fondazione Valore Italia).
Senza dimenticare un'area che ormai da vari anni ha scelto di distinguersi per innovazione e creatività: il Veneto. Un territorio – il Nord-Est – che sull'artigianato industriale di qualità ha costruito la base per imprese innovative, fondate su un connubio tra alta tecnologia e saperi antichi. E' recentemente uscito il terzo numero di Innov(e)tion Valley Magazine: il magazine di Innov(e)tion Valley (soggetto che si pone l'obiettivo di aggregare le diverse realtà innovative venete). Il tema del citato numero di Innov(e)tion Valley Magazine è il "saper fare", con un intervento di Francesco Morace sull'Italia come approdo estetico ed emotivo. Procedendo verso ovest, a Milano la società di design, comunicazione ed architettura Total Tool sta lavorando a KM0Road: è un progetto di una nuova strada ad elevata sostenibilità, in grado di abbattere i fattori inquinanti e produrre energia al tempo stesso, che verrà presentato il 24 marzo alle 17 nella Saletta Lab della Triennale di Milano.
Si tratta di un panorama in evoluzione, ma queste storie sono segni di come anche in Italia ci sia una tensione verso l'innovazione. Nonostante il quadro politico generale sia tutt'altro che limpido. E allora, riprendo il titolo di apertura di Nòva24 di oggi: Internet è libertà. La storia di copertina è firmata da David Weinberger, che inizia scrivendo:"La libertà di internet riguarda la libertà nel suo complesso, non solo internet. La libertà della rete esce dai propri confini entrando nel terreno politico e culturale. E noi discutiamo su come limitare internet invece di valutare come renderla più aperta". L'approfondimento su NòvaReview è qui. Ed Internet è libertà. Perché dobbiamo difendere la Rete è il tema del convegno che si svolge oggi a Roma, a Montecitorio, nell'ambito degli incontri di "Capitale Digitale. Idee per il futuro": diretta web qui.