Quarto colloquio per il ciclo 2010 delle interviste "Un caffè con…"
Derrick de Kerckhove è tra i massimi studiosi internazionali di comunicazione e nuove tecnologie. Sociologo belga naturalizzato canadese, è direttore del McLuhan Program in Culture&Technology alla University of Toronto (Canada), dove insegna nel Dipartimento di Lingua Francese. In Italia, insegna Sociologia della cultura digitale all'Università "Federico II" di Napoli. Ha elaborato la teoria dell'intelligenza connettiva. E' stato allievo di Marshall McLuhan (1911 – 1980), lo studioso canadese noto per la sua interpretazione visionaria degli effetti della comunicazione sulla società.
Come è nato il suo rapporto con l'Italia? Avevo 4 anni e mia madre mi portò al Lago di Garda, dove imparai a nuotare e ad apprezzare la musicalità della lingua italiana. In seguito, ho vissuto per alcuni anni in India e quando avevo dieci anni tornai in Belgio. Ho avuto una formazione solida nelle lingue indoeuropee, con una particolare affinità linguistica con l'Italia. E l'affinità è anche estetica, perché il Paese è bellissimo. Nonostante l'attuale momento storico di crisi globale renda tutto più difficile, posso dire che quella italiana sia l'unica cultura positiva in Europa, a livello di approccio alla vita. Tra me e l'Italia c'è amore reciproco: vengo invitato da molti anni, con un rapporto che si è fatto ancora più stretto da quando sono stato invitato dalla Facoltà di Sociologia dell'Università "Federico II" di Napoli nell'ambito del programma di Rientro dei Cervelli: un grande onore per me. E mi dispiace quando vedo che vengono fatte scelte politiche negative per lo sviluppo del Paese: condivido con gli italiani il sentimento di preoccupazione per il futuro.
Lei ha elaborato la teoria dell'intelligenza connettiva. Che cosa è? I social media arrivati negli ultimi anni mostrano il modo d'essere dell'intelligenza connettiva. Il blog è un esempio tipico di intelligenza connettiva: è espressione dell'intelligenza di un individuo ma si sostiene attraverso la connessione con altri individui. Senza connessione, un blog è una pubblicazione isolata. La connettività si dispiega attraverso il blog, si spiega in maniera diversa ma egualmente affascinante con Wikipedia, si spiega ancora con i motori di ricerca. L'intelligenza connettiva è diversa dall'intelligenza collettiva: nella connettività, l'identità dell'individuo continua ad essere ipertestuale, mentre l'identità collettiva è sommersa nell'anonimato, ad esempio del pubblico della televisione. In rete, invece, c'è la possibilità di rispondere ed interagire tra persone.
Attraverso le tecnologie digitali, come cambia l'architettura cognitiva del cervello? In questo campo, sarebbe interessante trovare un angolo di ricerca come quello che ho trovato per la scrittura: ovvero la lateralizzazione della scrittura. Il fatto che scriviamo da destra verso sinistra mi ha permesso di capire non solo come funziona il cervello per leggere in modo greco-romano ma anche l'organizzazione spazio-temporale della nostra coscienza. E' possibile capire questi fenomeni attraverso una ricerca sulla scrittura. Vorrei trovare lo stesso modo di fare ricerca sugli schermi: sto cercando di trovare un ancoraggio scientifico che mi dia l'opportunità di avere lo spazio e il tempo per capire come sia cambiato il sé con la rete.
Come stanno cambiando i rapporti di potere e di sapere con il web? I rapporti di potere sono cambiati. La rete ha la tendenza alla trasparenza: è diventato molto più difficile nascondere fatti o situazioni. La rete dà voce all'individuo. C'è un rovesciamento del potere: io penso che in Italia avverrà più tardi perché in Italia la televisione conta molto. Fin quando la televisione sarà il medium più importante, la politica italiana continuerà ad essere gerontocratica. Quando gli italiani inizieranno ad essere più attrezzati, nonostante provvedimenti legislativi in senso opposto, si potrà sperare nella liberazione della parola italiana.
All’interno dell’era dell’elettricità, lei distingue tre fasi: la prima
è stata quella analogica, con la produzione di luce, calore ed energia, la seconda
corrisponde all’arrivo del digitale con la conseguente elettrificazione della conoscenza, la terza fase è quella attuale ed è profondamente cognitiva, poiché
dà ai contenuti una capacità inedita di diffusione e risposta in tempo reale.
In quale modo le tecnologie della telefonia mobile e della comunicazione
interattiva rappresentano questa terza fase? Si può affermare che siamo passati da un orientamento tecnologico ad un orientamento umano. Abbiamo superato il feticismo tecnologico per arrivare a mettere la persona prima della tecnologia. Oggi, la dimensione sociale della comunicazione viene prima della sua dimensione tecnologica. Obama ha capito cosa stava accadendo: contava su gruppi faccia a faccia supportati dalla rete, e non solo. Le elezioni politiche non si vincono soltanto con l'uso della rete ma facendo leva sulla sociabilità delle persone e sulla coda lunga (descritta da Chris Anderson) e sul fatto che ora piccoli gruppi contano quasi quanto grandi organizzazioni. Questo è un altro rovesciamento della politica.
Quali sono le differenze tra un social media come Facebook ed uno come Twitter? Sono certamente diversi. Twitter è il pulso della notizia in tempo reale, si potrebbe dire che sia un fuoco d'artificio. Facebook è una 'scrivania': un posto dove si mettono e si archiviano foto, video, elenchi di amici. Facebook è una piattaforma di incontro, Twitter è una piattaforma di segnali. Mi interessa studiare le grammatiche della rete, ognuna con il suo modo di organizzare le relazioni tra le persone.
Oggi, come si può descrivere l'informazione online? L'informazione online è multimedia, è distribuita in maniera istantanea, è ipertinente ovvero ipertestuale. Noi dobbiamo vedere le tappe di maturazione dal telegrafo a twitter: le fasi più recenti sono i bulletin board systems, il browser, il web, Yahoo!, i blog – importante momento di maturazione tecno-psicologica -, YouTube, e Twitter è il momento attuale di maturazione della rete. Si tratta di un processo di crescita di una intelligenza condivisa che negozia la sua vita quotidiana attraverso una sempre maggiore esperienza. Noi abbiamo, oggi, una cognizione aumentata che ci fa imparare più cose di quelle che avremmo potuto apprendere in una vita sola.